Gabriel Omar Batistuta, il leggendario “Batigol” o “Re Leone” nato a Avellaneda il 1º febbraio 1969, brilla come uno dei più formidabili attaccanti della sua epoca, incantando il mondo con il suo talento calcistico senza pari.
Proveniente dalle giovanili del Newell’s Old Boys, ha illuminato i campi di gioco in patria con magie calcistiche anche con River Plate e Boca Juniors, conquistando il titolo argentino nel 1991.
L'infanzia e la giovinezza di Omar Gabriel Batistuta

Nato il 1º febbraio 1969 ad Avellaneda, Argentina, Gabriel Omar Batistuta ha trascorso i suoi primi anni in un’atmosfera familiare ricca di valori.
Il suo legame speciale con il nonno Melchior ha segnato il suo percorso verso il successo, che ha inizio a Reconquista, dove il talento di Batistuta comincia a brillare tra le strade di via Pueyrredón.
All’età di sedici anni, Gabriel Batistuta fa la conoscenza del calcio giocato nel primo campo da gioco che si trovava nel barrio Chapero, dove Gabriel Batistuta si riuniva con gli amici per giocare. Da qui nacque il leggendario Grupo Alegria, la prima formazione amatoriale dell’argentino.
L'approdo al Boca Juniors
Dopo aver giocato per il River Plate, la sua esperienza al Boca Juniors si rivelò estremamente soddisfacente dal punto di vista personale, come dichiarato nell’autobiografia di Gabriel Batistuta.
Qui costruirà un legame straordinario, sia in campo che nella vita, con Diego Latorre, suo compagno di squadra e amico.

Il trasferimento in Italia alla Fiorentina
Dopo le vittorie nella Copa América del 1991 e del 1993, Gabriel Batistuta viene acquistato dalla Fiorentina, dando inizio a una nuova fase della sua carriera. La città toscana, così diversa da Buenos Aires, lo mette a dura prova.
Batistuta deve confrontarsi con una nuova cultura, una lingua sconosciuta e uno stile di vita differente. Anche le interazioni con i compagni di squadra non sono sempre semplici, poiché la pressione di dimostrare il proprio valore nella Serie A è alta. Nonostante le difficoltà iniziali, il calciatore argentino inizia a integrarsi, sviluppando legami che lo porteranno a diventare una figura iconica nella storia della Fiorentina.
Vittorio Cecchi Gori si "innamorò" di lui.

Vittorio Cecchi Gori, Presidente della Fiorentina, dal 1993 fino al 2002, volle fortemente il giocatore Argentino che poi divenne anche suo grandissimo amico.
Insieme a lui Batistuta ha sollevato la Coppa Italia, nelle stagione 1995-1996, aggiudicandosi inoltre una Supercoppa italiana nel 1996.
Firenze diventa la vera casa del Re Leone
La storia è ormai leggenda. Firenze abbraccia Batistuta come un figlio, rendendo la città e il club viola la sua casa. Quei nove anni sono stati unici, magnifici, e straordinari non solo per il suo talento, ma soprattutto per la sua indomita volontà.
Aveva una fame inesauribile di migliorare; dopo gli allenamenti, restava sempre in campo per perfezionarsi ancora di più.
La prima stagione di Batistuta in Serie A

Nella sua prima stagione in Italia, nel 1991-1992, Batistuta si fa subito notare siglando 13 gol in 27 partite di campionato.
Anche con i 16 gol della stagione successiva, la Fiorentina non riesce a evitare la retrocessione in Serie B.
Tuttavia, Batigol dimostra la sua potenza riportando la squadra in Serie A in un solo anno, consacrandosi come uno degli attaccanti più talentuosi e ammirati al mondo.
Nonostante la sua forza inarrestabile e i numerosi gol, la conquista dello Scudetto rimane un sogno irraggiungibile. L’arrivo di Giovanni Trapattoni sulla panchina nel 1998-1999 cambia le sorti del club.
La Fiorentina diventa campione d’inverno, grazie anche alle magie di un altro grande campione: Manuel Rui Costa. Tuttavia, la sfortuna colpisce duramente: il Re Leone si infortuna dopo aver segnato 17 gol in 17 partite, mettendo fine bruscamente alla corsa verso il titolo.
Batistuta vince la Supercoppa Italiana
Il 25 agosto 1996, Gabriel Batistuta mostra tutta la sua potenza e classe con una prestazione magistrale che si conclude con una doppietta contro il Milan a San Siro. Questo straordinario exploit contribuisce alla vittoria per 2-1 della Fiorentina, che si laurea campione e alza la Supercoppa Italiana.
Il 14 maggio 2000, ci fù un memorabile scontro contro il Venezia. Batistuta fa parlare di sé realizzando una tripletta che lo consacra come il giocatore più prolifico di sempre della Fiorentina in Serie A TIM. Dopo questa partita raggiungerà un totale di 152 reti e supererà il leggendario Hamrin.
Batistuta e la Champion League

Il Gol Leggendario di Batistuta: Una Magia a Wembley
Nel leggendario scontro contro l’Arsenal a Wembley il 27 ottobre 1999, Gabriel Batistuta firma uno dei gol più spettacolari nella storia della Champions League. Questo straordinario exploit incarna la forza inarrestabile e cosmica di Batistuta, che sembra dilatare lo spazio-tempo dell’area di rigore e ridisegnare il microcosmo della porta difesa da David Seaman. Il suo destro micidiale che si insacca sotto l’incrocio opposto è come un missile terra-aria che incendia l’atmosfera e scuote la curva.
Due anni prima, un altro gol epico contro il Barcellona nelle semifinali di Coppa delle Coppe è rimasto impresso nella storia non solo per la sua esultanza polemica, con l’indice teso davanti alla bocca a zittire i 110.000 tifosi blaugrana al Camp Nou.
In quel momento, come scritto nella sua autobiografia, era chiaro che Batistuta e la Fiorentina avevano parlato con il linguaggio del talento e della determinazione, confermando il suo status di centravanti più temuto e rispettato del pianeta.
Batigol vuole di più e lascia Firenze.

Batistuta, desideroso di conquistare lo Scudetto, sente la necessità di lasciare Firenze.
Molti in città lo hanno criticato per la sua scelta perchè ormai per il popolo viola era diventato un’idolo.
Nell’estate del 2000, il goleador si trasferisce alla Roma per una cifra record di 70 miliardi di lire, stabilendo un nuovo standard per i giocatori oltre i 30 anni.
Il sacrificio valeva la pena, perchè con il suo arrivo la Roma rafforzò molto il suo organico.
La perdita della sua amata maglia numero 9

Per avere un posto in una squadra candidata al titolo, Gabriel Omar rinuncia al suo amato numero 9, che viene indossato da Vincenzo Montella.
L’inizio è da favola: 6 gol nelle prime 5 partite di campionato. Anche la sua ex squadra, la Fiorentina, subisce uno dei suoi tipici missili dalla distanza il 26 novembre.
Un gol cruciale per la corsa al titolo, ma il Re Leone non trova la forza di ruggire. Mentre l’Olimpico esplode di gioia, lui si lascia andare alle lacrime in campo. Il primo amore non si scorda mai.
La mia ricetta era fare gol per far felici i tifosi
Omar Gabriel Batistuta
Finalmente il Bati vince lo scudetto

Poi giunge il fatidico 17 giugno 2001. La vittoria decisiva per lo Scudetto contro il Parma porta naturalmente la firma di Batistuta. I co-protagonisti sono Francesco Totti e l’ “aeroplanino” Montella.
È il culmine della sua carriera sportiva, “meritatissima” come lui stesso affermerà anni dopo. Con la Roma, Batistuta rimane ancora un anno e mezzo prima di intraprendere la sua ultima avventura italiana a Milano.
Batistuta passa a Milano sponda Inter
Il passaggio di Gabriel Batistuta all’Inter è stato considerato una parentesi opaca e decisamente deludente nella sua brillante carriera calcistica.
Dopo un lungo periodo di successi con la Roma, Batistuta accettò l’offerta dell’Inter su persuasione di Massimo Moratti, con il quale aveva un rapporto di reciproca stima.
Tuttavia, il trasferimento a Milano lo allontanò dalla sua famiglia rimasta a Roma, creando disagi e sentimenti contrastanti nel campione argentino.
Questo breve periodo trascorso lontano dalla sua famiglia, unito alle delusioni sportive vissute durante la sua permanenza all’Inter, contribuì ad offuscare il prestigio e la gloria che avevano contraddistinto gran parte della sua carriera.
L'arte di Batistuta, un genio del calcio

Quando si discute di arte nel calcio, il nome di Gabriel Batistuta emerge come un’icona indiscussa.
Pur preferendo non ridurre il suo talento a semplici cifre e trofei, i suoi numeri e i suoi titoli sono così strabilianti che meritano di essere menzionati.
Batigol è stato insignito di prestigiosi riconoscimenti, come l’inclusione nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori giocatori al mondo compilata nel 2004 in occasione del centenario della federazione.
Inoltre, la rivista World Soccer lo ha omaggiato con il 23º posto nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo, confermando il suo status di leggenda del calcio.
Tra le sue gesta con club, Nazionale maggiore e Nazionali giovanili, Batistuta ha segnato un incredibile totale di 354 gol in 630 partite, con una media impressionante di 0,56 reti per ogni 90 minuti giocati.
Questi numeri straordinari testimoniano la straordinaria abilità e la precisione micidiale di questo campione argentino, che ha dimostrato di essere un vero talento nel mondo del calcio.
L'eredità di Gabriel Batistuta nel calcio mondiale

In nove anni trascorsi alla Fiorentina, il leggendario bomber argentino ha conquistato una Coppa Italia e una Supercoppa italiana nel 1996.
Con il trasferimento alla Roma, nel 2001, ha finalmente realizzato il suo sogno di vincere lo Scudetto. Un traguardo che avrebbe desiderato raggiungere anche con la maglia viola, come confessò in un’intervista anni dopo.
Oltre al titolo nazionale, ha aggiunto un’altra Supercoppa italiana al suo palmares. Tuttavia, è con la Nazionale argentina che Gabriel Omar ha brillato come pochi altri prima e dopo di lui.
Con 54 gol, Batistuta è il secondo miglior marcatore nella storia dell’Albiceleste e ha detenuto per vent’anni il record di reti segnate dalla Selección ai Mondiali (10 gol), prima di essere superato da Lionel Messi.
Con 152 gol, è il miglior realizzatore della Fiorentina nella Serie A TIM e si posiziona al 13º posto nella classifica marcatori di tutti i tempi del campionato italiano, con un totale di 183 reti. Nel 1994-1995, ha segnato per 11 giornate di campionato consecutive, superando il record precedentemente detenuto da Ezio Pascutti.
Anche nella Capitale, Batistuta è diventato un’icona, venendo inserito nella Hall of Fame dell’A.S. Roma nel luglio 2015. La sua eredità nel calcio mondiale resta indelebile, simbolo di talento, determinazione e successo.
La fine di un'icona: il tramonto di Gabriel Batistuta

Il leone non regna più come negli anni precedenti e i problemi fisici iniziano a farsi sempre più presenti. Il numero 33 sulla maglia diventa il simbolo della difficile fase di un campione che lotta per mantenere il suo impatto sul campo, pur non riuscendo più a essere determinante.
Nonostante la sua forma fisica in declino, Batistuta continua a conquistare i cuori dei tifosi che accorrono allo stadio soltanto per ammirare la sua presenza in campo. Tuttavia, il bottino di soli due gol in 12 partite è troppo esiguo per un bomber del suo calibro.
Gabriel Omar decide di ritirarsi nel 2005, dopo due stagioni anonime trascorse in Qatar, firmando un contratto molto lucrativo con l’Al-Arabi di Doha.
È la fine di un’era per uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio, il cui nome continuerà a risplendere nell’immaginario collettivo come simbolo di talento, passione e determinazione.
Firenze non lo dimenticherà mai

Il 12 gennaio 2006, il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, consegna a Gabriel Batistuta le Chiavi della Città come segno tangibile di gratitudine per il legame straordinario che il calciatore ha instaurato con la comunità fiorentina.